2011-09-09 14:55:21 Fonte

Riforma spagnola sull\' accesso alla professione di avvocato.
E’ già qualche tempo che in Spagna si ha la ferma intenzione d’introdurre una regolamentazione per l’accesso alla professione d’avvocato.
Pensare che già nel lontano 1917 con la Celebrazione del Congresso dell’Avvocatura Spagnola, a San Sebastian, si iniziò a valutare la necessità e l’esigenza di stabilire una formazione puntuale, specifica, propriamente indirizzata ad una delle professioni più stimabili, più encomiate, e perché no invidiate, quale quella dell’Avvocato. Ebbene, a distanza di quasi cento anni ritorna la eco di questo discorso in maniera preponderante e con una risonanza sempre più vasta nell’ambito giuridico e soprattutto dei Collegi professionali. Probabilmente ciò è dovuto anche al fatto che sia molti dei Paesi territorialmente limitrofi che quelli culturalmente vicini, prevedono una regolamentazione e una selezione piuttosto rigida all’accesso alla professione legale. In Spagna si sono cominciati a vedere dei timidi accenni legislativi nel 2001 col Patto per la Riforma della Giustizia, anche se successivamente disatteso, ma soprattutto questi sforzi sono sfociati nel Real Decreto 775/2001 che ha dato vita alla Legge 34 il 30 ottobre 2006 che ha precipuamente regolamentato l’accesso alla professione d’ Avvocato e Procuratore. L’entrata in vigore di tale legge è stata fissata nel giro di cinque anni dalla sua pubblicazione nel B.O.E. (Boletín Oficial del Estado), cioè il 31 Ottobre 2011, data in cui dovrebbero essere stati fissati i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento dell’esame a seguito di un successivo regolamento del Ministerio de Justicia da pubblicarsi nel Boletin oficial del Estado. Bisogna dire che il termine quinquennale è quasi giunto al termine e durante questo arco di tempo sono state stilate ben 5 bozze che hanno permesso di definire i cardini principali e le linee guida della succitata legge. Quel che è certo è che a breve il Ministero di Giustizia renderà obbligatorio un esame di Stato che fungerà da filtro per accedere alle professioni di abogado e procurador. L'ammissione e la conseguente iscrizione ad un Collegio degli avvocati sarà dunque subordinata al superamento di un esame nazionale di abilitazione o alla frequenza obbligatoria con esito positivo di corsi di formazione professionale. Il requisito principale è possedere una laurea in Giurisprudenza od altro titolo universitario di grado equipollente, utile ai fini del superamento di corsi di formazione conformi ai termini del Regolamento, procedere con un periodo di pratica ed infine superare una valutazione finale. In merito alle vie contemplate dal Regolamento, forse la più consona e coerente con la carriera forense è quella di unire la preparazione universitaria idonea, cioè la facoltà di Giurisprudenza, alla Scuola di Specializzazione in Práctica Jurídica, pur che sia riconosciuta dal Consiglio Generale del’Avvocatura, secondo un piano di studi precedentemente concordato e ritenuto idoneo all'ottenimento di un titolo ufficiale di Master universitario. Fino ad ora l’assenza di una legge che subordinasse l’iscrizione ad un collegio forense spagnolo previo superamento di un esame di abilitazione professionale ha permesso situazioni anomale, talvolta paradossali per cui per accedere alla professione di Difensore d’Ufficio oltre ad essere laureati in legge ed iscritti ad un collegio, si esige la frequenza di una Escuela de Práctica Jurídica per 2 anni ed avere un’esperienza professionale ininterrotta di almeno 3 anni; mentre per diventare avvocato, le premesse uniche ed essenziali fino ad ora sono rimaste quelle burocratiche e teoriche, vale a dire l’iscrizione al collegio e ancor prima il titolo universitario. Gli insegnanti nei corsi di formazioni saranno avvocati con almeno 3 anni di professione alle spalle e professori universitari che abbiano una relazione stabile e continuativa con le Università; tale combinazione ha un fine ben preciso e cioè regolare la parte pratica con quella teorica, di modo che ci sia un equilibrio fruttuoso per la formazione del discente e futuro Abogado o Procurador, senza che l’aspetto teorico annulli il fine ultimo della nuova disciplina e senza che l’aspetto pratico prevalga sul primo, tanto da cancellare la base didattica e speculativa da sempre essenziale per ogni lavoro altamente professionalizzato. C’è da dire che da diversi anni, in alcune città della Spagna, ha luogo questa attuazione congiunta per cui vengono sottoscritte delle convenzioni che prevedono la cooperazione tra Università e Ordine degli Avvocati che patrocinano e finanziano una Scuola di specializzazione giuridica, così come avviene col Colegio de Abogados della provincia di Cáceres e l’ Università di Extremadura con la escuela de práctica jurídica, esistente sin dal 1983. Per quanto ovvio, torna utile tuttavia precisare che coloro che già esercitino le già citate attività professionali forensi al momento della entrata in vigore della legge saranno dispensati dalla prova. Tornando ad analizzare ciò che viene regolamentato nella Legge 34/2006, preme evidenziare la composizione della commissione esaminatrice che sarà presente all’esame di Stato, così come prevista salvo cambiamenti in corso d’opera, sarà formata da 6 persone: un giudice; un rappresentante dell' organo di autogoverno della magistratura; un rappresentante del ministero di giustizia; un professore titolare; un rappresentante delle Autonomie locali e due avvocati. Inoltre i requisiti per essere ammessi a sostenere la prova saranno: la nazionalità spagnola o di altro stato membro; disporre del titolo di "licenciado en Derecho" o di un titolo di laurea in giurisprudenza con validità in Spagna; certificazione di "aptitud profesional"; l’essere iscritto presso un Ordine degli avvocati in Spagna. La quinta bozza di regolamento, ancora pendente presso la apposita commissione ministeriale, prevede i seguenti requisiti di accesso alla professione di avvocato: la frequenza di un Master Oficial de Abogacia della durata di 12 mesi; lo svolgimento di un periodo di pratica della durata di 6 mesi; il superamento di un esame di abilitazione consistente in un test a risposta multipla di 100 domande e lo svolgimento di un parere su un caso pratico. Lo scopo della nuova disciplina che dovrebbe entrare in vigore assieme alle relative disposizioni attuative salvo ulteriori e è individuabile nel tentativo di incanalare gli sforzi intellettuali ed economici di una classe di persone il cui intento sarà modernizzare una professione importante quale quella forense e renderla competitiva in Spagna quanto nel resto d’Europa, in virtù del rafforzamento del diritto alla tutela giurisdizionale. Sorge il dubbio che questo possa verificarsi effettivamente tramite quella che sembra essere una selezione ab origine dei soggetti interessati. Sebbene si riconosca l’esigenza di una preparazione conforme alla realtà della professione, è importante che non si privilegi la selezione alla formazione, o che si tralascino le implicazioni pratiche che comporta il garantire una prova selettiva equa. E una valutazione del genere non poteva non coinvolgere eminenti esponenti tra cui il Consejo de la Comisión Nacional de la Competencia (CNC) che ha criticato duramente il Regolamento della Legge d’Accesso, Ley de Acceso a las profesiones de Abogado y Procurador de los Tribunales, poiché reputa che questa porterebbe a ridurre il numero dei praticanti, già nel giro di pochi anni dall’entrata in vigore della legge, teme che gli ordini monopolizzino l’accesso alla professione e rifiuta decisamente il fatto che l’Avvocato non possa lavorare come Procuratore e viceversa. Di tutt’altra considerazione è invece, Carlos Carnicer, Presidente del Consiglio Generale degli avvocati spagnoli, che ha definito la riforma come "una pietra miliare per la professione”, ed anzi sostiene che sarebbe del caso introdurre una formazione continua per coloro che sono esperti giuristi, sorta di aggiornamenti professionali, sempre in visione di una maggior tutela per i cittadini e il loro inviolabile diritto alla difesa. Anche il Segretario di Stato per la Giustizia, Juan Carlos Moreno Campo ha detto che "si tratta di una regola del consenso, che mira a migliorare le competenze nelle professioni legali e la convergenza con l'Europa." Salomonico a mio avviso ed alquanto obiettivo pare essere il giudizio del presidente del Consiglio superiore della magistratura, José Carlos Divar, il quale ritiene che certamente l’imminente riforma sarà in grado di formare dei validissimi avvocati, ciò non toglie che questo potrà assicurare una migliore fruizione della giustizia per i cittadini come anche un’impostazione più equa della stessa. Come sempre, saranno il tempo e i fatti a dimostrare l’efficacia della nuova Legge.
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